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La scelta della corretta temperatura di colore della luce nella progettazione illuminotecnica

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La scelta della corretta temperatura di colore della luce nella progettazione illuminotecnica

Approfondimento a cura del reparto progettazione Light Team:

  1. Che cosa si intende con temperatura di colore della luce e da che cosa è determinata?
    Al di là dell’articolata spiegazione scientifica, in termini immediati, nel campo dell’illuminazione con questa espressione si identifica la grandezza fisica che misura la tonalità dell’emissione luminosa, cioè quando è calda o fredda. La temperatura di colore della luce si misura in gradi kelvin (K) ed è determinata dalla composizione della sorgente luminosa.

 

  1. Ci sono usi comuni delle diverse tonalità di luce?
    Nella normale illuminazione la temperatura di colore della luce è tra 2700 e 6000 gradi kelvin: 2700 K è considerata una luce calda, adatta per illuminare il residenziale, e 6000 K è, invece, una luce molto fredda, usata in ambiti particolari dove non è prevista la presenza continuativa di persone (quali ad esempio celle frigorifere) o dove il livello di attenzione deve rimanere particolarmente alto (sale operatorie).

 

  1. Qual è la relazione tra quantità di luce e temperatura colore?
    Negli anni Quaranta Andries Kruithof, un fisico olandese, condusse studi in merito. Il diagramma o curva di Kruithof mette in relazione la quantità di luce con la sua temperatura di colore ed essenzialmente suggerisce bassi livelli di illuminamento con basse temperature colore (luce calda), dunque intorno ai 2700 K, e alti livelli di illuminamento con alte temperature colore (luce fredda). Questa è la ragione per la quale in una sala operatoria, dove ci sono quantità molto alte di luce (superiori a 7000 lux), si predilige una temperatura di colore fredda. Nell’illuminazione residenziale, invece, dove i livelli di illuminamento sono tipicamente inferiori ai 200 lux l’effetto è più confortevole se la temperatura colore è più bassa, quindi calda. La ragione è fisiologica: una candela – o il fuoco di un caminetto – ha una temperatura colore molto bassa, invece quella della luce solare nel periodo di massimo irraggiamento è molto alta. L’illuminamento adeguato dipende quindi dall’effetto atteso dall’occhio: una temperatura colore molto bassa con una grande quantità di luce, così come una temperatura di luce molto alta con bassi livelli di illuminamento, sarebbero percepiti come innaturali.

 

  1. La temperatura di colore della luce riguarda anche la resa cromatica?
    No, anche se tendenzialmente si considera che una luce più fredda abbia una migliore resa del colore non è necessariamente così, soprattutto usando i Led perché la resa del colore dipende da quanto il Led restituisce lo spettro del visibile in maniera continua e uniforme. Dal momento che la luce solare è molto fredda, ed è ovviamente la sorgente più affidabile dal punto di vista della resa di colore, si ritiene che una luce altrettanto fredda renda allo stesso modo il colore. Ma, se la sorgente pur avendo una temperatura fredda ha lo spettro del visibile non coperto in maniera uniforme, allora alcune frequenze non verranno restituite e alcuni colori risulteranno falsati.

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